Come emerge dal Report Cerved PMI 2020 sull’impatto della crisi Covid-19, la maggior parte delle piccole e medie imprese italiane si trova oggi a fare i conti con cali di fatturato, margini e patrimonializzazione, nonché con possibili licenziamenti e chiusure.

In seguito alla divisione dell’Italia in zone rosse, arancioni e gialle e all’inizio del nuovo Lockdown “light” lo scorso 6 novembre, esteso poi alla maggior parte delle regioni italiane, molte piccole e medie imprese italiane si sono ritrovate a far di nuovo i conti con chiusure, misure di cassa integrazione e mancati profitti.

Come analizzato nel Report Cerved PMI 2020, si stima che il fatturato delle PMI diminuirà di 11 punti percentuali nel 2020 (fino al 16,3% nel caso di un lockdown prolungato) e la redditività lorda del 19-20% rispetto ai livelli già bassi dell’anno precedente.

I mancati pagamenti delle PMI hanno raggiunto il livello massimo durante il primo lockdown (45%, rispetto al 29% pre-Covid), con un leggero miglioramento nei mesi successivi. Si stima che questo secondo lockdown parziale delle attività italiane potrebbe aggravare ulteriormente la situazione debitoria delle imprese e segnare un calo fino al -27% di valore aggiunto.

Si prevede che gli indici di solidità patrimoniale e finanziaria peggioreranno, ma grazie ai livelli di resilienza accumulati precedentemente rimarranno, in media, sostenibili per la maggior parte delle imprese.  L’impatto della pandemia da Covid-19 è stato comunque mitigato, nell’anno in corso, dai provvedimenti di emergenza emanati dal Governo a sostegno dell’economia, e dalle recenti misure previste dal Decreto Ristori e dal Decreto Ristori bis.

Tuttavia, come si legge nel report, quando queste misure avranno fine, gli effetti della crisi potrebbero manifestarsi in maniera più rilevante: senza prospettive e piani di rilancio, molti imprenditori potrebbero dare il via ai licenziamenti o vedersi costretti a chiudere le proprie attività.

GLI SCENARI PER IL 2021

Fare stime precise sui prossimi scenari economici risulta oggi particolarmente difficile, data la forte incertezza circa i possibili sviluppi futuri. In uno scenario positivo, la diffusione del vaccino e la riapertura delle attività economiche comporterebbero certamente una condizione di ripresa, anche se lenta, dell’economia; nuovi o prolungati lockdown aggraverebbero invece la condizione già difficile in cui si trovano le PMI italiane.

Il Report Cerved PMI 2020 prevede che, nello scenario peggiore, una volta cessate tutte le attuali misure di sostegno e nessuna prospettiva di rilancio, a fine 2021 andrebbero persi 1,4 milioni di posti di lavoro (che potrebbero arrivare anche a 1,9 milioni, -11,7%) e ci sarebbe una riduzione del capitale di 47 miliardi di euro.

Qualora si verificassero nuove chiusure, il tasso di occupazione si ridurrebbe dal 44,9% al 42,5%, scendendo fino al 41,4% in caso di chiusure prolungate. Nel caso di nuove ondate di contagi e conseguenti lockdown, i ricavi delle PMI potrebbero contrarsi fino a 16,3 punti percentuali, il valore aggiunto di 26,7 punti e il rapporto tra oneri finanziari e Mol potrebbe salire al 16,9%. La quota di PMI a rischio insolvenza crescerebbe di altri 5 punti, arrivando al 21,4% (rispetto a uno scenario “base” comunque negativo, con il raddoppio delle imprese ‘a rischio’ dall’8,4% al 16,3%).

Come affermato da Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved, in futuro le imprese più colpite dalla pandemia da Covid-19 avranno difficoltà a finanziare gli investimenti con debito. Pertanto, “l’iniezione di risorse nel sistema delle PMI dovrà quindi necessariamente prevedere sia finanziamenti a debito sia apporti di capitale di rischio, e un ruolo importante sarà giocato da operatori finanziari non bancari, rispetto ai quali il nostro paese mostra ancora un ritardo di sviluppo”.

Il peggioramento non avrebbe effetti uniformi, ma graverebbe soprattutto sui settori già più colpiti dell’industria, dei servizi e delle costruzioni, aumentando solo marginalmente nei settori dell’energia, delle utility e nelle aziende agricole. Fra i settori più colpiti: agenzie di viaggio, strutture ricettive, ristoranti, settore della moda, dello sport, della logistica e dei trasporti.

Le aziende facenti parte di questi settori, senza adeguati piani di ripresa dell’economia e di finanziamento, potrebbero quindi trovarsi di fronte alla decisione forzata di chiudere o attuare licenziamenti.

Fonte: “Impatto Covid sulle PMI: analisi e scenari”, di Redazione PMI.it, 4 novembre 2020.